Descrizione
ANIMALI METALLICI - IL CULTO DELL’AUTOMOBILE NEL XX SECOLO
A cura di Nicoletta Boschiero e Federico Zanoner
Casa d’Arte Futurista Depero, Rovereto
3 marzo — 10 giugno 2018
Protagonista di una profonda trasformazione del paesaggio e dello stile di vita collettivo, l’automobile è al centro di un percorso espositivo che attraversa diversi momenti della storia dell’arte del XX secolo. Dal mito futurista dell’automobile in movimento alla fascinazione per i valori estetici delle autovetture nei dipinti degli anni Venti e Trenta, fino agli artisti del presente che hanno fatto propria l’immagine della macchina. L’esposizione è arricchita da una selezione di fotografie, illustrazioni, materiali pubblicitari e a stampa provenienti dall’Archivio del ’900 del Mart.
Emblema del Novecento, responsabile della trasformazione del paesaggio urbano e dello stile di vita nel corso del secolo, per le sue valenze simboliche, estetiche e culturali l’automobile è stata immortalata da artisti in dipinti, opere di grafica pubblicitaria, ritratta in scatti fotografici, raccontata attraverso scritti e lettere.
Una ricerca nel patrimonio del Mart mette in luce una varietà di opere e documenti in tale ambito - e in quello limitrofo relativo alla motocicletta - che merita di essere mostrata al pubblico attraverso particolari “prospettive” di lettura, come suggerisce l’ambivalenza del titolo proposto, ripreso da uno scritto degli anni Trenta di Fortunato Depero che invitava a considerare l’importanza dell’estetica dell’automobile.
L’indagine negli archivi del Mart tocca ovviamente testimonianze di artisti futuristi. Durante la parabola del movimento, tra il 1909 e il 1944, alla fascinazione per la bellezza dell’automobile in movimento si sostituisce progressivamente quella per i suoi valori estetico-meccanici tout court. Nel corso della prima metà del secolo l’automobile infatti da raro prodigio mefistofelico diviene sempre più popolare avviandosi ad essere prodotto di massa ed oggetto del desiderio di un numero progressivamente maggiore di persone.
Ernesto Thayaht si è fatto immortalare accanto alle auto da lui possedute in fotografie che sono testimonianza di una vera e propria passione. L’immagine dell’automobile quale simbolo di progresso e potere è usata dal regime fascista, come mostrano alcune fotografie di Mussolini o del console Mario Carli. Depero ha esaltato le industrie automobilistiche nazionali e il relativo indotto - Fiat, Alfa Romeo, Isotta Fraschini, Ansaldo, Pirelli – glorificandone i prodotti e sottolineando l’importanza che la loro pubblicità riveste per artisti e grafici. Sotto questo aspetto la mostra permetterebbe di valorizzare in particolare, il lavoro di illustratore e cartellonista Marcello Dudovich attraverso il fondo Tomatis e di Mario Duse, futurista nei primi anni Trenta e autore poco dopo di una vasta campagna pubblicitara Pirelli.
Il tema della mostra offre l’occasione di esporre variegato e raro materiale a stampa conservato nella biblioteca del Museo, costituto da libri, manifesti e riviste (Da La nuova arma la macchina Mario Morasso del 1905 al manifesto di Fedele Azari Per una Società di protezione delle macchine del 1927).