Descrizione
Bandiere Blu, la carica delle 342 spiagge eccellenti
L'ambito riconoscimento della Fee compie trent’anni e premia 163 comuni rivieraschi e 67 approdi turistici. Tredici le nuove entrate fra cui Sapri e Camogli e molte località lacustri, due le eliminate (Cattolica e Petacciato). Liguria, Toscana e Marche le regioni leader
Entrano, fra le altre, Giulianova, Sapri e Camogli. Escono Cattolica e Petacciato. Sono alcune delle novità dell’ultima edizione delle Bandiere Blu, il tradizionale riconoscimento a comuni rivieraschi e approdi turistici assegnati dalla ong danese Foundation for Environmental Education (FEE) che quest’anno compie trent’anni. Il saldo continua a crescere: con 13 nuove entrate e due uscite, il conteggio finale sale di undici località. Sono 163 oltre a 67 approdi turistici quelle premiate per un totale di 342 spiagge, 49 in più della scorsa edizione. Potranno issare sull’arenile e nei porti la bandiera sinonimo di acque pulite e rispetto dell’ambiente a 360 gradi.
Assegnate questa mattina alla sede del Cnr di Roma, le Bandiere Blu vengono stabilite dalla giuria nazionale dopo l’approvazione del board internazionale secondo un percorso procedurale indicato nel protocollo Uni-En Iso 9001-2008. I criteri del programma sono 32 e vengono aggiornati periodicamente, in modo da stimolare le amministrazioni locali a fare sempre meglio. Fra di essi il presupposto è ovviamente la validità delle acque di balneazione secondo regole più restrittive dalle norme nazionali. Devono essere “eccellenti” secondo i risultati delle analisi che, nel corso degli ultimi quattro anni, le Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente hanno effettuato nell’ambito del Programma nazionale di monitoraggio condotto dal ministero della Salute in collaborazione con il ministero dell’Ambiente. I comuni presentano direttamente tali risultati in quanto c’è piena corrispondenza tra quanto richiesto dalla Fee e le ricerche dell’Arpa in termini di numero di campionamenti e di indicatori microbiologici misurati.
Solo dopo queste analisi si valutano altri elementi come l’efficienza della depurazione, la raccolta differenziata, aree pedonali, piste ciclabili, aree verdi e arredo urbano, servizi di spiaggia, educazione ambientale, strutture alberghiere e sanitarie e così via, con un occhio alla pesca.
A livello regionale la Liguria guida la classifica con 27 località (da Santa Maria Ligure a Bordighera passando per loano) e due nuovi ingressi (Camogli e Bonassola) seguita dalla Toscana con 19 località e dalle Marche con 17 comuni. Come noto, le Bandiere Blu possono essere rilasciate anche per più tratti di litorale compresi nello stesso territorio amministrativo (per questo le spiagge sono di più) e ovviamente valgono solo per quella specifica porzione di costa. Devono dunque – ma spesso qualcuno fa il furbo – essere esposte e sfruttate a fini turistici solo in certi tratti e non su tutta la costa comunale.
La Campania raggiunge 15 bandiere con un nuovo ingresso (Sapri) e anche la Puglia mantiene le 11 bandiere (da Ostuni a Otranto), come la Sardegna. L’Abruzzo sale a quota otto con due nuovi ingressi (Giulianova e Roseto degli Abruzzi) mentre l’Emilia-Romagna perde un vessillo scendendo a sei località. Veneto e Lazio confermano otto bandiere, le stesse dello scorso anno (ci sono Jesolo ed Eraclea nel primo caso, San Felice Circeo e Ventotene nel secondo). Sette bandiere per la Sicilia (new entry Santa Teresa di Riva), altrettante per la Calabria con due nuovi ingressi (Roseto Capo Spulico e Soverato). Il Molise scende a due bandiere, stessa quota del Friuli-Venezia Giulia e della Basilicata. Quest’anno salgono anche le bandiere per quanto riguarda i laghi: una per la Lombardia (Gardone Riviera), due per il Piemonte e dieci per il Trentino-Alto Adige (da Levico Terme a Caldonazzo) che raddoppia rispetto all’anno scorso.
Nella fase di valutazione della giuria nazionale hanno contribuito anche altri enti come i dicasteri competenti, il Comando generale delle Capitanerie di Porto-Guardia costiera, l’Ispra, il Laboratorio di oceanologia ed ecologia marina dell’università della Tuscia, il Consiglio nazionale dei chimici e l’Anci. “In questi 30 anni di attività di Bandiera Blu abbiamo visto un allargamento del programma a un numero sempre maggiore di località – racconta a Repubblica Claudio Mazza, presidente di Fee Italia - ma al di là del numero sempre più comuni hanno intrapreso il percorso del Programma internazionale e stanno lavorando per adeguarsi ai criteri”.
La corsa per la Bandiera Blu, insomma, spinge le amministrazioni verso le buone pratiche marine: “L’impegno è fare in modo che le località turistiche orientate a perseguire un turismo di qualità e con minori impatti ambientali siano sempre di più e spingere il mercato in questa direzione – continua Mazza – in quest’ottica il ruolo del turista è cruciale: ha sì una maggiore coscienza ambientale ma ancora poca consapevolezza del peso che può avere la sua scelta nell’orientare l’offerta turistica. È quindi evidente che il turismo sostenibile può svilupparsi solo se si rende possibile l’incontro tra un turista consapevole e un territorio in grado di offrire prodotti turistici compatibili con l’ambiente”.