Descrizione
CONCERTO INAUGURALE NEL DUOMO DI DESENZANO
Sabato 8 novembre con l’Orchestra Filarmonica Italiana e il solista Bruno Righetti
La stagione concertistica desenzanese 2014/2015 si apre sabato 8 novembre alle ore 21 nel Duomo cittadino con un programma dedicato a due grandi compositori tedeschi del XIX secolo: Ludwig van Beethoven e Carl Maria von Weber. Di quest’ultimo ascolteremo il Concerto per clarinetto e orchestra n. 2, un brano che mette in luce l’espressività del clarinettista desenzanese Bruno Righetti, mentre di Beethoven la Ouverture dal Coriolano e la Sinfonia n. 7, eseguita dall’Orchestra Filarmonica Italiana sotto la direzione del M° Andrea Mannucci.
Ingresso libero.
GLI INTERPRETI
L'orchestra OFI (Orchestra Filarmonica Italiana) ha alle spalle un trentennio di attività sia in Italia che all'estero caratterizzata da un repertorio vastissimo che include non solo proposte melodrammatiche, sinfoniche, cameristiche e coreutiche, ma anche produzioni contemporanee.
L'OFI ha collaborato con direttori di prestigio mondiale e con interpreti di canto come R. Kabaivanska, K. Ricciarelli, J. Carreras, A. Bocelli, R. Bruson, C. Gasdia, M. Malagnini e T. Fabbricini.
Bruno Righetti si diploma brillantemente in clarinetto nel 1980 al Conservatorio di musica "Dall'Abaco" di Verona con il maestro Alfio Gerbi. Inizia la carriera di solista nel 1977 vincendo la selezione per la formazione di un'Orchestra Internazionale a Barga di Lucca. Ha vinto successivamente le audizioni per l'E.A. Arena di Verona (1979), per l'O.R.T, e per l'Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli (1985), dove rimane fino al 2003. Ha collaborato con numerose orchestre di prestigio. Attualmente insegna all'Istituto Puccini di Gallarate. Fa parte del Trio del Garda ed è primo clarinetto del Ned Ensemble.
Andrea Mannucci, diplomato in pianoforte e in composizione, studia direzione d'orchestra presso il conservatorio di Parma con P. Guarino e A. Allemandi e frequenta i corsi di direzione d'orchestra presso l'Accademia Musicale Chigiana di Siena con F. Ferrara. Ha diretto oltre una ventina di composizioni in prima esecuzione assoluta tra le quali "Metamorfosi di Violetta" di Ennio Morricone (2006 Livorno). Le sue musiche sono edite dalla casa editrice Suvini Zerboni di Milano e il suo catalogo consta di svariati pezzi per orchestra e opere liriche. Di rilievo si segnala la recente composizione per orchestra sinfonica "Matteo 26" commissionatagli dalla Fondazione Arena di Verona in programma l'11 e il 12 gennaio 2015 presso il teatro Filarmonico con l'orchestra della Fondazione Arena di Verona diretta da R. Tuohy.
NOTE D’ASCOLTO
L'Ouverture del Coriolano fu composta da Beethoven nei primi mesi del 1807. Essa fu concepita come un intermezzo per la rappresentazione dell'omonima tragedia del drammaturgo austriaco Heinrich Joseph von Collin (1771-1811). Tuttavia, l'opera beethoveniana fu pensata come brano musicale a sé stante - non come preludio allo spettacolo teatrale - e fu eseguita successivamente alla prima rappresentazione del dramma, nel dicembre del 1807, dopo essere stata presentata in una edizione privata in casa del principe Lobkowitz nel marzo precedente, insieme al quarto concerto per pianoforte e orchestra e alla quarta Sinfonia. Il dramma del Coriolano è ispirato alla leggenda dell'eroe romano Gneo Marcio, detto Coriolano per il valore dimostrato nella presa di Corioli, l'antica città dei Volsci ai quali tuttavia offrì in seguito la propria collaborazione contro gli stessi romani, a motivo di insanabili contrasti. Il dramma di coscienza di Coriolano ispira una pagina di possente e cupa tensione, che si dipana da un incipit di perentorio vigore plastico per procedere in un crescendo di conflitti espressivi, prima di spegnersi nel triplice pizzicato degli archi, eseguito in un impercettibile pianissimo.
Tale temperie, che imprime accenti quasi stürmisch alla severità di un tableau neoclassico, si stempera nell'estro esuberante della settima sinfonia, composta tra 1811 e 1812, ed eseguita l'8 dicembre 1813, nel corso di un concerto a beneficio dei soldati austriaci e bavaresi feriti nella battaglia di Hanau, combattuta contro Napoleone Bonaparte. Malgrado il successo della prima esecuzione, dovuto soprattutto all'entusiasmo patriottico dell'evento, la composizione sembrò a molti contemporanei un'opera bizzarra, per la spregiudicatezza con la quale Beethoven rideclinava stilemi del passato. Il Poco Sostenuto, che offre un'introduzione lenta al lavoro, si ispira a consolidati modelli settecenteschi ma si collega in modo del tutto inedito al successivo Vivace, la cui energica vitalità ritmica si trasmette a tutto il lavoro culminando nell'ultimo movimento in quella «apoteosi della danza» esaltata da Wagner, che pure non cancella nell'opera il tono da epopea militare presente anche nel celeberrimo Allegretto.
Toni marziali e movenze di danza non mancano nel concerto per clarinetto e orchestra op. 74 di Weber, dove fanno da cornice allo straordinario lirismo della Romanza centrale, sondando tutte le risorse tecniche ed espressive dello strumento solista. Il Romanticismo musicale, di fatto, era iniziato. Ma Weber, che ne fu uno degli apostoli più appassionati, ebbe appena il tempo di varcarne le soglie, essendo morto consumato dalla tubercolosi nel 1826, a soli trentanove anni.
(a cura di Elena Bittasi)