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Dove sono finiti i fondi per l’ospedale di Malcesine?
MALCESINE – Siamo alle solite. Quando c’è da tagliare, la sanità è sempre, incomprensibilmente, la prima scelta. Accade anche a Malcesine. Ma il territorio alza la voce.
Quattro sindaci, Federalberghi Garda-Veneto e l’associazione interregionale dei disabili motori invocano la ristrutturazione dell’ospedale di Malcesine. Lo fanno tramite una lettera inviata al presidente della giunta regionale, Luca Zaia, oltre che all’assessore alla sanità, Luca Coletto.
La richiesta è avanzata dai sindaci di Malcesine (Michele Benamati), Brenzone (Tommaso Bertoncelli), Garda (Antonio Pasotti) e Torri (la vice Donatella Bertelli), oltre che dal presidente di Federalberghi Garda-Veneto (Corrado Bertoncelli) e da quello dell’Associazione Interregionale Disabili Motori (Roberto Bassi).
La richiesta è quella di un appuntamento urgente con il presidente regionale.
L’ospedale di Malcesine necessita di interventi per poco meno di sette milioni, necessari a porre rimedio alle carenze strutturali dell’unico ospedale pubblico del’alto Garda veronese che, nel periodo estivo, supporta pure i bisogni sanitari di milioni di turisti.
«Da oltre 40 anni – si legge nella lettera – nessun intervento di natura strutturale è stato effettuato, al di là di un parziale adeguamento dei reparti di degenza. Si rende ora necessario provvedere urgentemente ad effettuare lavori di ristrutturazione. La direzione generale dell’Ulss 22 aveva già evidenziato le esigenze della struttura proponendo interventi urgenti, tra i quali: sistemazione e coibentazione delle coperture di entrambi gli edifici (padiglioni A e B); sistemazione delle terrazze onde evitare infiltrazione d’acqua nelle sottostanti stanze di degenza; sostituzione degli infissi del padiglione A».
Si evidenzia inoltre la necessità di una validazione del piano antisismico e del piano sicurezza, in linea con la normativa vigente.
I firmatari della richiesta scrivono: «Desideriamo sottolineare come i fondi necessari agli interventi sulle strutture gestite dall’ Ulss 22 siano stati distolti e utilizzati a copertura di deficit di Ulss diverse per un ammontare che sembrerebbe essere pari a 70 milioni di euro. Riteniamo che i risparmi gestionali dell’Ulss 22, ottenuti con i sacrifici anche delle popolazioni anche dell’alto lago di Garda, debbano essere reinvestiti nell’ambito territoriale della medesima Ulss. O meglio, potranno anche essere stornati verso altre Aziende più bisognose dal punto di vista del bilancio, ma solo a condizione imprescindibile che vengano contestualmente garantiti i fondi per le necessità sanitarie della Ulss 22».
Articolo da GardaPost.it