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Enel buca la diga per il deflusso minimo vitale

I lavori per adeguarsi alla normativa nazionale
Data di pubblicazione: 20 April 2016

Descrizione

da Gardapost - vedi articolo completo

Un buco nella diga. Un foro di almeno 40 centimetri di diametro da praticare nel bel mezzo del muraglione in calcestruzzo dello sbarramento di Ponte Cola. È il progetto promosso da Enel Produzione Spa, che ha programmato l’installazione di un sistema definitivo per il rilascio del cosiddetto «deflusso minimo vitale» dalla diga.

La questione, molto complessa in realtà, è semplificabile così: la nuova normativa di derivazione europea prevede l’obbligo, prescritto dall’Ufficio Tecnico per le Dighe del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di utilizzare un sistema di restituzione del deflusso minimo vitale, che per il fiume Toscolano, in base ai calcoli di Regione Lombardia, si assesta sui 174 litri al secondo.

Acqua che Enel dovrà obbligatoriamente rilasciare, a discapito della quantità di acqua che dalla diga di Ponte Cola viene dirottata, tramite una galleria di derivazione in pressione lunga 5,3 km, fino a Muslone, per alimentare la centrale idroelettrica di San Giacomo, a Gargnano.

Al fine di recuperare la mancata produzione della centrale di Gargnano, Enel ha progettato la realizzazione di una piccola centrale idroelettrica appena sotto la diga, per sfruttare appunto la portata in uscita imposta per il deflusso minimo vitale.

Il progetto. Così, nel muraglione della diga che sbarra il Toscolano, alto 124 metri, sarà praticato un buco di 40 centimetri di diametro, posto sulla parte sinistra dello sbarramento se lo si guarda da valle, sotto la quota di massimo invaso e sopra quella di minima regolazione del serbatoio. In questo modo sarà possibile abbassare la quota dell’acqua nell’invaso e mantenerla il tempo necessario per eseguire perforazione e lavori all’asciutto.

Dalla “presa” realizzata nel muraglione uscirà una condotta che porterà l’acqua in caduta ad una centralina idroelettrica per produrre sul salto pari a 79,84 metri la potenza nominale media di 136,20 KW. Tutto questo per un importo dei lavori di 1 milione e 150mila euro. L’obiettivo di Enel è completare l’opera entro il 2016.

Trovate tutte le info tecniche a questo link.

Più attenzione verso il bacino idrografico del fiume. L’operazione, per certi versi storica perché rimette in connessione due bacini idrici che da sessant’anni sono di fatto separati da una diga, riaccende i riflettori sull’acqua del fiume e sui suoi utilizzi.

In particolare il Comune di Toscolano ha già avanzato formale richiesta ad Enel affinché si preveda una derivazione maggiore di 40 cm di diametro, per consentire prelievi superiori al deflusso minimo vitale, che, come dice il nome, è appunto un limite minimo. L’obiettivo di Toscolano è ovviamente avere più acqua nel fiume per migliorarne gli indicatori ecologici e qualitativi. Una richiesta peraltro avanzata da tempo, visto che attualmente da Ponte Cola non si rilasciano che minime quantità di acqua nel Toscolano, che di fatto è alimentato da affluenti laterali posti a valle della diga.

L’operazione «buco nella diga» imporrà inevitabilmente una maggiore attenzione sulla qualità e sulla quantità di acqua che finisce nel Toscolano e, più in generale, sulla gestione complessiva del bacino idrografico del fiume. Si dovranno prendere in esame i sistemi fognari di Magasa e Valvestino, così come la questione delle captazioni per alimentare l’acquedotto di alcune frazioni di Gargnano o quella delle numerose esigenze del comune di Toscolano (riserve di pesca sportiva, Museo della Carta, campeggi alla foce del fiume), che come annunciato ha proposto la costituzione di un «contratto di fiume», strumento di programmazione negoziata che vede il coinvolgimento di tutti i portatori d’interesse, pubblici e privati, che in un modo o nell’altro hanno a che fare con i 23 km dell’asta del Toscolano.
diga ponte cola

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Data di pubblicazione
20 April 2016

Ultimo aggiornamento
2022-07-15 17:17:45