Descrizione
Pubblichiamo volentieri la testimonianza in ricordo del M° Marco Roncetti già Presidente della Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano apparsa sul quotidiano BresciaOggi del 3 marzo 2021.
IL RICORDO
Marco Roncetti un politico vero per il territorio
Gentile direttore, l'ultima settimana di gennaio è mancato Marco Roncetti. Per cinque mandati ha ricoperto la carica di presidente della Comunità Montana Parco Alto Garda bresciano ed è stato per un quadriennio assessore al Comune di Tignale.
Il Covid-19 lo ha portato via, privandoci di un politico di razza, dotato di visione e forte senso d’umanità. Due elementi che ne descrivono la statura e ci suggeriscono nel trigesimo della scomparsa alcune riflessioni non banali.
Certo, la sua parabola politica si colloca tra gli anni Ottanta e Novanta. Un'epoca che ci sembra oggi così lontana. Ma già allora si potevano cogliere i segni di quella progressiva e irreversibile degenerazione della politica e dell'Amministrazione pubblica, che oggi come allora tutti continuano a deprecare, senza avere alcuno strumento né idea per invertire la rotta.
Marco Roncetti era ben consapevole di questa deriva. La sua idea - vincente - di fare dell'Alto Garda un «parco», si dovette misurare quotidianamente con la diffidenza delle persone. Egli soffrì sempre per la distanza delle regole dalla vita. Ne subì – incolpevole - le conseguenze: fu oggetto di attacchi pesanti e sopra le righe, da parte di gente in malafede o semplicemente convinta che le regole, nel loro rigore miope, fossero state poste dal legislatore non tanto a tutela del territorio, ma contro le persone. Nonostante ciò, ebbe la capacità di immaginare e la costanza di orientare il futuro del territorio gardesano. Lo fece con senso di umanità: ne è prova l'idea, condivisa con molti, del parco come entità antropica e non come museo. Dobbiamo anche a persone come Marco Roncetti se oggi in Alto Garda si persegue ancora - pur con fatica crescente - l'idea di un territorio che nelle sue logiche di sviluppo fa sintesi sapiente tra lago e montagna, turismo e agricoltura, modernità e legame con la tradizione. La profonda consapevolezza che le decisioni politiche incrociano la vita delle persone l'ha reso un «politico» vero in dimensione locale, che è cosa assai diversa dall'essere un mero amministratore locale, a cui ci vorrebbe ridurre il nostro Stato inguaribilmente centralista.
Fu uomo delle istituzioni in senso autentico, perché preoccupato che queste non venissero ridicolizzate da quella burocrazia, che finge di difenderle. Speriamo che la sua eredità politica non vada persa. In proposito, dobbiamo coltivare ottimismo.
Oggi può sembrare irrealistico e forte resta la tentazione di rassegnarci a immaginare la politica come esercizio di sola testimonianza, incapace di perseguire fini sensati. Il ricordo di Marco Roncetti come una «bella persona» ci potrà aiutare a non perdere la voglia di incidere positivamente attraverso la politica nel nostro mondo e nella vita delle persone. E a farlo partendo dal pensare insieme vita e politica.
Per Marco Roncetti veramente vale - in un senso ampio - quella frase che Mino Martinazzoli, suo punto di riferimento nella Democrazia Cristiana prima e nel Partito Popolare poi, soleva ripetere: la politica è importante, ma la vita lo è di più. E lo è per mille motivi.
Certamente perché la politica è a servizio della vita, non delle procedure burocratiche. Altrettanto certamente perché la politica trova linfa nella vita: forse proprio andare a caccia, cercar funghi, raccogliere olive, produrre miele, cucinare e cantare, amare la propria famiglia, passare ore al bar con gli amici, sono condizioni ideali per essere un buon politico, utile alla comunità e al territorio. Proprio come Marco Roncetti.
Associazione Partecipazione & Identità - Mino Martinazzoli