Descrizione
Ambiente - l’intervista a Mariastella Gelmini
«La nuova depurazione del Garda più urgente di ciclabili e gallerie»
L’ex ministro: «La condotta fognaria a fondo lago è messa male. Si rischia un disastro» Servono 200 milioni per i lavori. «Chiederò i fondi al ministro all’Ambiente Galletti».
Articolo di Pietro Gorlani - Corriere della Sera - edizione di Brescia - Giovedì 18 agosto 2016
Lo ripete più volte nel corso dell’intervista: «L’obiettivo urgente è quello di eliminare la condotta fognaria sub-lacuale, vera minaccia per il futuro del lago di Garda. Le piste ciclabili e le gallerie servono, ma vengono dopo». Per questo Mariastella Gelmini, deputato di Forza Italia e da quasi dieci mesi presidente della Comunità del Garda, confida molto nell’incontro dei primi di settembre con il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti. E continua ad incalzare i presidenti delle regioni Lombardia e Veneto, per trovare gli oltre 200 milioni di euro necessari per effettuare i lavori.
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Onorevole sono anni che si parla di un nuovo depuratore per la sponda bresciana del Garda e della necessità di togliere le condotte dal fondo del lago. È la volta buona?
«Sì, se Governo, regioni ed enti locali vanno tutti nella stessa direzione. Insieme ai sindaci, al presidente della Provincia di Brescia, Pierluigi Mottinelli ed ai vertici dell’Ato stiamo condividendo le soluzioni progettuali. Ora è tempo d’ andare a caccia delle risorse necessarie. Trattandosi di un intervento molto costoso, stimato in oltre 200 milioni di euro, bisogna che il Governo si prenda davvero a cuore il futuro del Garda, che rappresenta il 40 per cento delle risorse d’acqua dolce d’Italia. Quella condotta non può restare là sotto altri dieci anni. Rifuggo gli allarmismi ma lo stato delle cose non è affatto buono. Come hanno dimostrato gli approfondimenti della Marina Militare, lo spessore della condotta si sta assottigliando con il tempo: è passata da 16 a 11 millimetri. Dovesse rompersi i danni per l’ambiente ed il turismo sarebbero incalcolabili. Per questo il depuratore è prioritario rispetto ad altre infrastrutture».
Qual è il ruolo della Comunità del Garda? Sui progetti c’è sintonia tra i sindaci del territorio?
«La prima fase del mio mandato, che svolgo a costo zero e senza alcun rimborso, è stata impiegata per un confronto con i sindaci e per favorire l’adesione più ampia possibile alla Comunità del Garda, ente importante per la valorizzazione dell’intero bacino del lacuale, sopratutto dopo l’abolizione delle Province. Sono molto legata a questo territorio che mi ha dato moltissimo e dove trascorro le mie vacanze (ci parla da Gardone Riviera, dove si trova in villeggiatura con la figlia, ndr ) e mi sto impegnando al massimo per pianificare la tutela e lo sviluppo di quest’area. Ma io conto poco se non c’è un percorso di condivisione sinergica. Recentemente sono rientrati a far parte della Comunità del Garda comuni come Lonato, Sirmione, Castelnuovo e Valeggio sul Mincio. E hanno manifestato disponibilità a rientrare anche Manerba e Peschiera a rientrare. Sono passi molto importanti. L’obiettivo della Comunità è quello di rinnovare gli accordi quadro del 2012 con la regione Veneto e del 2014 con la Lombardia, rendendoli più concreti. Obiettivo dell’Ats (associazione temporanea di scopo), condiviso da venti comuni, è assicurare la sicurezza ambientale ed idraulica del lago».
Il nuovo depuratore si realizzerà nell’ex impianto della Provincia, a Visano, con 100 chilometri di tubature o si è individuata un’area più vicina al lago? E che ne pensa della proposta dei Cinque Stelle di realizzare piccoli impianti lungo la costa?
«Non voglio entrare nel merito delle questioni tecniche, che non mi competono. Ribadisco la priorità di togliere la condotta sub-lacuale. E ne faccio una questione politica. Per questo voglio ringraziare diversi deputati del Pd (a partire dal bresciano Guido Galperti e dalla veronese Alessia Rotta) che mi stanno dando una mano nel dialogo con il Governo. So che i Cinque Stelle hanno avanzato proposte ] alternative. Io rispetto l’opinione di tutti e dico che il progetto è sempre migliorabile. Ma va realizzato quello più condiviso. E più risolutivo».
Non c’è la possibilità di accedere a fondi europei?
«Busseremo la porta anche a Bruxelles se sarà necessario. Ma spero che l’incontro con il ministro, a settembre, dia le garanzie che cerchiamo da tempo».
Uscendo dalle questioni ambientali, per valorizzare ancor di più il Garda l’assessore regionale Parolini ha proposto una fermata Tav al casello di Sirmione. È d’accordo?
«Certamente, può avere ricadute positive. Anche se il problema del Garda non è portare nuovi turisti ma mantenere i numeri attuali, promuovendolo in maniera unitaria. Quello che stiamo cercando di fare con il Consorzio Garda Unico, presieduto da Franco Cerini, con le due regioni e la provincia di Trento».
Certo che se il Garda entrasse a far parte dei siti Unesco, come proposto dal Corriere tre anni or sono, potrebbe avere maggiori possibilità di ricevere aiuti economici.
«Sono sempre stata d’accordo con quella proposta e continuerò a sostenerla».
pgorlani@rcs.it - 18 agosto 2016 | 08:53