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Articolo da Bresciaoggi del 9 luglio 2018 - di Luciano Scarpetta
INFRASTRUTTURE & TERRITORIO. Se sulla riva veronese si è già affidato l’incarico di progettazione, sulla sponda bresciana si attendono gli esiti dello studio. Depuratore del Garda, spunta un altro piano.
Dopo le ipotesi Peschiera e Visano si valuta anche un terzo scenario. Definita una rosa di quattro siti in cui poter realizzare l’impianto.
Per il mega depuratore della sponda bresciana del Garda spunta un terzo scenario che prevede ben quattro opzioni alternative per la collocazione dell’impianto.
Mentre sulla riva veronese Azienda Gardesana Servizi - l’equivalente di Acque Bresciane - nei giorni scorsi ha concluso la procedura per l’affidamento al prezzo finale di 469.263,90 euro della progettazione definitiva dell’opera da 220 milioni affidata ad Hmr Ambiente, nel comprensorio bresciano si attende ancora di capire quale soluzione sarà scelta per il nuovo sistema di collettori.
LE LINEE GUIDA saranno delineate dallo studio commissionato da Acque Bresciane a Giorgio Bertanza, professore del dipartimento di ingegneria civile dell’Università di Brescia, chiamato a individuare il punto ottimale dove costruire il depuratore. Gli scenari sono ora tre: il primo è di convogliare le acque nere della provincia di Brescia nell’impianto di Peschiera, attraverso tubi via terra e non più con le pericolose condotte sommerse. Meno percorribile la riconversione a usi civili del depuratore zooetecnico di Visano, non tanto o meglio non solo per la resistenza dei Comuni della Bassa. A ostacolare questo tipo di soluzione è la vertenza legale sull’impianto che vede contrapposti la Provincia e l’ex gestore privato della struttura che recentemente ha ottenuto dal giudice la restituzione del depuratore. Senza contare la sentenza che impone al Broletto un risarcimento di 71 milioni di euro per il mancato utile al depuratore.
GIORGIO BERTANZA ha individuato una terza via: quella costruire il depuratore in una delle quattro località ritenute geograficamente ideali dallo studio: nella rosa c’è anche Esenta di Lonato. «Al netto della localizzazione – afferma il presidente di Ats Giovanni Peretti -, è bene che anche la sponda bresciana inizi a muoversi concretamente. È necessario investire nella qualità delle acque del Garda remando tutti dalla stessa parte con nuove infrastrutture per depurare di più e di meglio».
Sull’inquinamento del lago confermato dall’ultima campagna della Goletta di Legambiente, Peretti vede il bicchiere mezzo pieno. «C’è soddisfazione - spiega - per il miglioramento dei monitoraggi di Arpa che ha dichiarato le nostre 175 spiagge del lago tutte balneabili. La Goletta dei laghi ha rilevato meno criticità del 2017». Anche se va precisato che la ricerca di Legambiente ha trascurato molti dei lidi a rischio contaminazione batterica. Nonostante il campione limitato a cinque località sono risultate fortemente inquinati il porto di Padenghe e lo scarico alla Lega Navale di Desenzano. «Il Garda– aggiunge Peretti – risulta più pulito del tanto decantato lago di Losanna. Questo grazie anche al “vecchio” collettore che negli ultimi 40 anni ha salvato le acque del lago da ben altre prospettive di salute». Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa: «Il Benaco con i suoi 50 milioni di metri cubi di volume è tra i laghi fortemente antropizzati, il più pulito d’Europa e abbiamo appreso dai ricercatori che è migliorato anche sotto il profilo degli aspetti chimici e sanitari con la diminuzione della quantità di fosforo nelle acque. Proprio per la sua classificazione in A1 – afferma Ceresa – non è infatti un caso che molti Comuni rivieraschi con una piccola filtrazione, si avvalgono delle acque del lago per bere».